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FOUR WONDERFUL LAKES

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LA VILLA DI DONNA EDVIGE TOEPLITZ MROZOWSKA

2023-02-21 15:40

MARIANO SCARDINO

Culture,

LA VILLA DI DONNA EDVIGE TOEPLITZ MROZOWSKA

AI PIEDI DEL SACRO MONTE ECLETTISMO FRA DENTROE FUORI

 

“Qui a Varese si respirano giorni di luce. Forse è la tranquillitàdi questa città di provincia a restituirmi la serenità o forse èl’arrivo di dicembre a portare un’apparente fase di quiete.Stamattina mi sono ritrovata in strada prima del solito. L’autistami ha lasciata nel centro ch’erano da poco passate le nove e
già le vie erano inondate di sole”.
 

Quella di cui scrive Edvige Toeplitz Mrozowska è la Varese delle leggendarie villeggiature d’elite iniziate nel XVII secolo e che proseguirono fino alla Seconda guerra mondiale; la Varese dei grandi alberghi lussuosi, delle prime funicolari, delle tramvie, dei teatri, del Liberty, degli architetti, degli artistI, di ospiti illustri come Ulysses Simpson Grant, Giuseppe Verdi, Giacomo Leopardi, Margherita di Savoia. 

 

Una Varese attiva, “veloce” moderna, futurista: nel 1834 con il Velocifero si poteva andare da Varese a Milano in solo sei ore, un record per l’epoca. Il 9 agosto 1865 giunse in città da Gallarate il primo treno. 

 

E il 4 luglio 1886 la città inaugurava le Ferrovie Nord. Inoltre fu Jozef Toeplitz a finanziare con la sua Banca Commerciale la prima autostrada inventata dall’ingegner mPiero Puricelli e inaugurata nel 1924 del re Vittorio EmanueleIII.


Chi è Edvige Toeplitz ?

 

Edvige Toeplitz Mrozowska è la giovanissima moglie del banchiere Jozef Toeplitz, una donna di mondo, un’attrice polacca, cantante, danzatrice, scrittrice, appassionata di architettura e giardini, viaggiatrice intelligente ed eclettica, bella, ironica ed elegante. Nasce a Janowice, in Polonia, il 14 ottobre 1880 e muore a Varese il 7 luglio 1996.
 

“Sono polacca, sono nata a Janowice, nella provincia di Kielce, e conosco il fascino malinconico della campagna innevata. Per questo amo l’inverno, anzi lo cerco. Ma lo amo di più ora che il mondo è impazzito e la guerra ci costringe tutti, donne, bambini, vecchi, a starcene in casa. Ho girato il mondo, l’ho fatto per lavoro –quando danzavo e recitavo- ma l’ho fatto soprattutto quando ho lasciato l’attività artistica, per curiosità. Se Dio me lo concederà, finché ne avrò le forze, continuerò a esplorare la terra, così come di notte mi piace esplorare il cielo e spiare le galassie con il telescopio dalla torretta della villa. Ma ora mi tocca di rinchiudermi nella mia casa, che prima era casa di vacanza e adesso è rifugio di guerra".

 

Edvige Toeplitz sarà l’artefice dell’abbellimento di una delledimore più originali ed enigmatiche sulla collina di Sant’ Ambrogio, ai piedi del Sacro Monte: Villa Toeplitz. Costruita nel 1905 dalla famiglia Frey, acquistata dagli Hannensen nel 1914 e ampliata nel 1918 è in posizione dominante verso il monte Orsa. Il banchiere Jozef Toeplitz l’acquistò dalla famiglia Hannensen nel 1914 per ampliarla e ristrutturarla. 

 

Gli affreschi furono commissionati al pittore polacco Rosen. Jozef è di Varsavia, appartiene a una ricca famiglia della borghesia ebraica, arriva in Italia nel 1891 e la sua carriera di banchiere fu legata alla Banca Commerciale Italiana. 

 

Fu Donna Edvige a rendere la villa quel capolavoro fra dentro e fuori che oggi ammiriamo, grazie alle sue esperienze maturate durante i viaggi in Kashmir, Tibet, India, Ceylon, Birmania, Mesopotamia e Persia tra il 1919 e il ‘27, e nel Pamir, nel 1929.
 

Nel giardino della villa (8 ettari) volle una monumentale gradinata in porfido con cascate, un impianto di siepi di cipresso e di macchie arboree di conifere; fontane a mosaico e marmo grigio di Carrara, vialetti impreziositi da numerose varietà di specie esotiche e diverse cadute d’acqua che emettevano suoni musicali; un frutteto e una chiesetta commissionata all' architetto polacco Goraska.  

 

Scelse lo splendido faggio a foglie di felce Asplenifoliasi. Fece costruire un piccolo Osservatorio, oggi inagibile perfettamente attrezzato nella torretta con la cupola per le osservazioni astronomiche. Villa Topelitz diventò da subito il centro di un' intensa vita culturale che ruotava intorno a Donna Edvige.


“Al mio rientro mi ritrovavo ad amare con un piacere nuovo le persone e ad apprezzare maggiormente la bellezza e le comodità della dimora di vacanza che mio marito ed io avevamo progettato insieme a Sant’Ambrogio Olona, in terra varesina.La riempivo con souvenir dei paesi visitati –argenterie, strumenti musicali, sculture e soprammobili bizzarri-  e m’ispiravo ai miei viaggi per ricreare in casa e nel parco della villa certe atmosfere esotiche che tanto mi avevano avvinto. L’oggetto che ancora oggi mi è più caro è una statua di Budda, ricordo di una visita in India. Sotto il piedistallo, in lettere d’oro, è scritto: “Nessuna cosa vale la pena. Nel Kashmir m’ero innamorata dei giardini dell’imperatore mongolo Babar, il “padre dei giardini”. Ricordandomi le suggestioni ricevutene, cercai di
riproporne nel parco di Sant’Ambrogio alcuni curiosi effetti, bastati sulle inconsuete architetture che avevo visto là, su giochi di luce e di acqua dai riflessi cangianti.” Mi dedicai con grande passione anche alla coltivazione delle piante da frutto. Raccogliere e tenere nelle mani i frutti degli alberi che io stessa
avevo piantato mi dava un senso di appagamento che mi spingeva a incrementare sempre più la coltivazione e a moltiplicarne le cure. Mi capitava anche di alzarmi la notte per proteggere il frutteto contro le improvvise intemperie dell’estate, e lottavo contro le malattie e i parassiti che minacciavano le

piante, quasi la loro difesa riguardasse la mia stessa vita o quella delle persone che mi erano care”.
 

I racconti di viaggio di Donna Edvige furono raccolti nel libro Visioni orientali pubblicato da Mondadori.
Nel 1972 la proprietà fu acquisita dal Comune di Varese, che decise di aprire il parco al pubblico.
 

Giovanni Battista Vico 46
Sant'Ambrogio, Varese

Piano terra Villa Toeplitz: 

Università degli studi dell'Insubria
Primo piano: Museo

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