Meglio far subito chiarezza, la Citroen 2CV non è la Dyane.
La Citroen Dyane è un'utilitaria prodotta dalla stessacasa francese negli anni che vanno dal 1967 al 1984, ma per chi ancora si confonde, sappia che la Dyane non è la 2CV.
Come la Citroen DS non è la Jaguar E-type di Diabolik, meglio fare anche qui chiarezza, poerchè spesso ci si confonde, dato che sfogliando le pagine di tante edizioni del fumetto troviamo numeri in cui Diabolik è alla guida di tutte le gamme delle Citroen, quasi al completo - e per rimanere in territorio più o meno nostrano - guida talvolt persino una Fiat 850 e una 127.
Detto questo, se la Dyane è un' auto in jeans come recitava una campagna pubblicitaria degli Anni ‘70 (ripescando prababilmente quel chiaro strillo e rinvio pubblicitario al marchio dei jeans Jesus ideato da Oliviero Toscani “Chi mi ama mi segua”) destinata cioè ad un target di riferimento giovane, la 2CV rimane inossidabilmente legata a un target No Age & No Time.
La 2CV non si scompone di fronte a un paio di jeans - lei non li indosserà mai - è fatta per essere guidata da tutti, non segue segmenti di mercato alternativi ma li ingloba. La sua è una linea retrò e allo stesso tempo elegante, composta nella forma ante litteram Cocooning, di ispirazione Anni ’50, avvolgente e bicolore, come LE sempiterne decollettes bicolore di Mademoiselle Chanel.
Nel nostro immaginario, fra le due auto, la 2CV rimane la più conservative; certo, ha tracciato una linea netta col passato nel mondo del Car design, eppure è rimasta ancorata allo stile classico degli Anni ‘50 per rimanere eterna e ferma nel mirabolante mondo dei Settanta.
Con lei si può parlare già di personalizzazione, un pò grezza e primitiva come concetto, ma con la 2CV siamo agli albori la sua è una personalizzazione Tailor made, tagliata su misura, perchè la 2CV si presta soprattutto al colore, ad essere ridefinita un pò kitsch, un pò cheap, un pò hippie; ad essere pasticciata, a seguire trend di lifestyle, coi neonati Camel Trophy e Parigi - Dakar inclusi.
La 2CV è un pò Quasimodo, un pò Esmeralda; un pò automa, un pò giocattolo; un pò bambina incavolata, un pò signorina snob; un pò troppo moderna per una per una mamma e una moglie, un pò troppo classica e vecchia per figli e nipoti.
Insomma, è sì proiettata nel futuro ma salda nel passato. La 2CV se fosse un verbo sarebbe un futuro anteriore,la Dyane invece un presente, è contemporaneità, ma non è la 2CV. Perchè solo la 2CV è l’unica auto al mondo che è diventata un carro utilizzato nelle scene più epiche di “Asterix&Obelix: il regno di mezzo”.
La 2CV come in un film muto può mettersi in moto con una manovella e forse mai nessuni c'ha provato, sul cruscotto c'è una presa d'aria di quelle che trovi in una dispensa un pò troppo buia, che ruotandola fa passare aria corrente e anche pioggia.
La 2C in curva sembra abbattersi come una barca a vela al vento furioso ma resiste e per cambio a mano, sistemato al rovescio sembra avere un ombrello.
La 2 CV è l'auto che sarebbe piaciuta a Charlie Chaplin e Buster Keaton.
Ma sulle due di casa Citroen domina lei, la Dea, la Citroen DS, quell'auto dalla bellezza fredda, ambigua, perversa, gotica, noir, che sembra appartenere come gli squai agli abissi del mare, ma è fatta per la velocità su terraferma.
La Citroen DS è sfrontata, predatrice, seduttrice, regina. Una vera star, protagoinista di più di 1200 pellicole fra film e spot. Lei nasce per stupire, per creare sentimenti contrastanti, perchè ha coraggio, è forte, ha personalità, ha una carrozzeria incredibilmente aerodinamica, una linea sportiva, e un cambio automatico; i suoi sedili sono morbidissimi come le poltrone imbottite del salotto.
Quando arriva al Salone di Parigi non bussa, irrompe, è da tutta la stampa e gli addetti ai lavori definita l' auto di rottura.
L'impatto visivo per l'epoca è sin troppo forte perchè la Citroen DS è differente da tutto ciò che sino ad allora era stato disegnato.
Lei è quasi un affronto al settore perchè esce totalmente dagli schemi usuali del Car design; ha nella parte posteriore sospensioni che sembrano abbassare l'auto al suolo moltissimo, troppo, per poi rialzarsi.
E' il movimento che tutti i bambini di quegli anni sognavano di manovrare dall'interno veicolo, perchè accendendo il motore si poteva partire come un razzo verso il cielo.
La Citroen DS è l'auto de “La dea del 67” della regista Clara Law, quella di “Scarface” di Brian De Palma; la troviamo in “Gattaca”, in “ Adorabili amiche”, ma soprattutto è quella con la quale si fa fotografare la mitica Jane Birkin negli anni Settanta: anticonformismo per eccellenza, nel cinema e nel mondo del Car design.
E poi, la Citroen DS è l'unica auto alata al mondo perchè è quella di Fantomas.
Chi è il progettista di queste perle del car design?
E' un genio, Flaminio Bertoni, basta soltanto ricordare che agli inizi era un battilastra, pittore, sculture e che ventenne firmò il monumento ai caduti della guerra i Piazza Repubblica a Varese.
Bertoni nasce a Varese nel 1903 e seguendo la sua passione per il design automobilistico, partendo da una carrozzeria (Macchi) arriverà fino alla corte della Citroen a innovare il mondo del design delle auto.
Il designer varesino ritenuto un genio nel suo settore lascerà un segno profondissimo nel mondo delle auto e il suo stile sarà celebrato da campagne pubblicitarie sotto la direzione artistica di un altro genio (della comunicazione) Jacques Wolgensinger; auto e campagne che hanno fatto la storia del costume, in un'epoca e un momento storico in cui la società e il mercato camaleontico degli anni Settanta mutando pelle assorbiva il nuovo e le commistioni di stili e linguaggi come meisele esplosive di altri importanti, diversi, orizzonti di ricerca progettuale, design, comunicazione.
Bertoni è determinato come pochi creativi, ha un talento naturale per l'innovazione e il car design, nel 1931 lascia l'Italia per la Francia perchè vuole incontrare Andrè Citroen, e lo incontra.
Citroen rimane folgorato dalle idee del progettistae stringerà con lui un legame che durerà tutta la vita fino a quando Bertoni muore nel 1964. Nei pressi di Malpensa, in provincia di Varese, c'è il museo a lui dedicato e in questo luogo che gli appssionati di desgn (e non) dovrebbero visitare si rivive tutta gioia di un uomo per un passione realizzata, durata un'intera vita.
Museo Flaminio Bertoni
21019 Somma lombardo (Varese)