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LA DISTESA DEL MIELE DEI LAGHI VARESINI

2023-03-23 15:45

MARIANO SCARDINO

Food,

LA DISTESA DEL MIELE DEI LAGHI VARESINI

L' APICOLTURA CHE METTE ASSIEME L' UOMO E LA NATURA

 

 

 

Quando il dio Sole Ra piange per amore, le sue lacrime si trasformano in miele. Per gli ittiti  il miele era mellit, lo stesso dolce balsamo che accompagnava l’anima dei faraoni nell’aldilà, assieme ai loro millenari corredi di preziosi e rari amuleti. 

 

Nell’Olimpo era il miele più dolce la bevanda degli dei, e sappiamo per certo che Virgilio fu anche apicoltore, e che prediligeva il miele di timo. La lunga storia del miele tocca anche i misteriosi monasteri medievali dove i frati curavano col miele tutti i loro malanni.

 

Cosa c’è in mezzo chilo di miele? 

 

Ci sono prima di tutto 2 milioni di fiori a cielo aperto sorvolati, scrutati e toccati dalle api, che per ogni chilo di miele percorrono 150 mila chilometri. Dai fiori raccolgono il nettare destinato alle celle dell’alveare che sigillano con la cera. Sarà l’apicoltore a estrarre il miele purificandolo, filtrandolo e lasciandolo decantare prima di confezionarlo. 

 

C’è anche l’uomo in mezzo chilo di miele, ma percorre meno chilometri delle api, e c’è soprattutto quella natura che, come sempre, sa essere generosa legandosi col miele inscindibilmente all’uomo.

 

L’apicoltura nella provincia di Varese ha un ruolo importante. Negli anni è molto progredita, tanto che sempre più apicoltori, sia per  hobby che per mestiere, aumentano, dedicandosi alle api e al miele. 

 

Il Territorio varesino del Miele volge verso la pianura, in quella distesa disegnata da piccoli laghetti: Biandronno, Varese, Monate e Comabbio. Da Gallarate fino a Milano (più o meno) il paesaggio è invece quello dell’alta pianura padana, che si mostra con ripiani e fiumi come l’Olona, Bozzente, Lura, Arno, Ticino. 

 

Gli apiari per la produzione del miele di acacia sono ubicati sia in pianura, che in collina e sulle montagne varesine, ad una altezza che non supera 600 metri. Gli alveari sono sia stanziali (nella stessa postazione per l’intero anno) che nomadi, con spostamenti entro il territorio citato.

 

Il Miele varesino di acacia è quello di un’unica origine floreale e possiede le seguenti caratteristiche: il contenuto di acqua non supera il 17.50%, il colore è trasparente, quasi un incolore giallo, l’ odore è leggero e delicato, il sapore molto dolce, l’ aroma vanigliato. 

 

Fu la Robinia pseudoacacia che assicurò nel Novecento non solo il consolidamento dei terreni vicino alla ferrovia ma anche l’apicoltura varesina. Una pianta forte e di facile adattamento a terreni e climi fra i più diversi. Toccò infatti quelli abbandonati e boschi incolti per diffondersi ancora una volta, d’accordo con l’uomo, per aiutarlo a creare il nettare divino.  

 

Nel 1934 fu creato il Consorzio provinciale Obbligatorio fra Apicoltori e nel 1983 diventò Associazione Produttori Apistici della Provincia di Varese; nel 1989 il Consorzio Qualità Miele Varesino.


Per saperne di più http://www.mielevarese.it/prima.htm


 

 

 

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