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FOUR WONDERFUL LAKES

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FERMI COSI'! FOTO DI GRUPPO FUORI PORTA

2023-05-22 14:35

MARIANO SCARDINO

Culture,

FERMI COSI'! FOTO DI GRUPPO FUORI PORTA

ITINERARIO PER PICCOLI PAESI, LE CASCATE, UNA MINIERA, UN MUSEO

 

 

“Dobbiamo rendere l’orecchio sensibile al meraviglioso mondo dei suoni che ci circonda.” 

 

Così scriveva il compositore, scrittore e ambientalista canadese Raymond Schafer nel 1998.

 

Il riconoscimento dell’ambiente acustico in cui viviamo rappresenta il primo passo per individuare quel punto di ascolto che completa il nostro punto di vista, in qualsiasi luogo ci si trovi. E questa identificazione sembra più vera quando ammiriamo il salto di una cascata.

 

“Esplorare” i luoghi dal punto di vista acustico permette di affinare la capacità di discriminazione sonora e conduce a una presa di coscienza del paesaggio in maniera completa. Ascoltare è un questione molto personale. Ciò che per qualcuno è  rumore, per altri è suono. Ma nell’ascolto aiuta molto il silenzio.

 

Il filosofo Carlo Sini  a proposito del silenzio scrisse che “Se nessuno mi chiede cos’è il silenzio, sono certo di saperlo benissimo; se però mi chiede di parlarne, subito mi blocco e mi pare di non poterlo dire.”

 

Sovente calibriamo i nostri punti di vista e di ascolto in piccoli luoghi. In un lembo bosco, un cimitero, un museo. Talvolta senza rendercene conto questa circostanza diventa straordinaria e il silenzio “intermittente - interruttore” partecipa in maniera preziosa all’ascolto e alla vista di quel luogo.

 

Si dice che il tempo si fermi, ma tutti sappiamo che non è vero.  In qualsiasi luogo è il silenzio a  bloccare suoni e rumori, e solo allora il tempo sembra fermarsi, come può accadere in un piccolo paese di 10 anime. 

 

Fermi così! Si diceva una volta, in un’epoca pre - selfie, quando si scattava la foto di gruppo. Alle spalle il panorama scelto e in primo piano il gruppo che veniva immortalato muto. 

 

Alcuni panorami che attraversiamo fermi  in uno scatto aprono spazi interiori ed esteriori di stupore, grandezza, gioia. Che siano luoghi vicini o che facciano macinare chilometri, vale la pena percorrerli. 

 

Ad Aga vivono più o meno 10 persone, è una frazione di Casalzuigno, in provincia di Varese. Casalzuigno è famosa altresì per la splendida Villa Della Porta Bozzolo e la leggendaria storia che la percorre. Qui il silenzio partecipa della bellezza dei suoni della natura.E sembra fermare il tempo.

 

C’è l'azienda agricola biologica Abete Bianco di Isabella Corti, laurea in Psicologia e Farmer indipendente. L’azienda è ad Orino, in una zona di castagni silenziosi e centenari. In azienda si coltivano ortaggi ed erbe officinali. Lamponi gialli, mirtilli, frutti di bosco, mele di montagna. Per trovare i prodotti dell’Abete Bianco si può passare in azienda, prenotare la spesa, un tavolo per il pranzo, oppure cercarli nei mercati in zona, a cui partecipano.

 

Vicino c’è Arcumeggia, il borgo noto per i suoi murales e Brissago Valtravaglia dove per una pausa si può mangiare al ristorante D’Alberto, Alessio e Max preparano pietanze mischiando tradizione e innovazione. In collaborazione con la Even More Yachting organizzano anche crociere in barca a vela sul lago, con pranzo a bordo, avendo a disposizione 2 grandi barche per un totale di 15 posti disponibili.

 

Nella frazione di Aga si trova la Chiesetta di San Bernardino col suo campanile triangolare. Risale al XII secolo ed è uno dei primi edifici cristiani della valle. L’oratorio ha origini più antiche, preromaniche. Gli affreschi risentono dell’influsso medievale e sono attribuiti al “Maestro di Aga”. Forse una santa con aureola è Caterina d’Alessandria; riconoscibili sono San Michele Arcangelo, San Giovanni Battista e San Bernardino; San Antonio Abate, San Nicola Vescovo, una Crocifissione e la Madonna in trono. Il tempo non ha scalfito i graffiti lasciati da fedeli e pellegrini, testimonianza di devozione siglata da nomi, date, simboli e frasi.

 

I nostri paesaggi urbani ci fanno avvertire spesso la mancanza di alcuni suoni, quelli che vorremmo udire: il vento tra le foglie, un bastone che batte sul sasso, sassi buttati tra loro, ruscelli che scorrono, uccelli che cantano in cielo. 

 

Sono i “rumori” dei Sentieri della pace, hanno il potere di comunicare sì la natura, ma soprattutto un messaggio in una prospettiva di relax diversa, un piano, un fondo alternativo alla quotidianità e ai ritmi della nostra vita frenetica.

 

L'Anulare Valcuviano. I sentieri della pace 

 

Casalzuigno è sull’ Anulare Valcuviano. Seguendolo si possono percorrere itinerari studiati dalla Comunitá Montana della Valcuvia che ha riunito in un unico percorso quelli più suggestivi. La vista sulla Valcuvia, sul lago Maggiore e sul Monte Nudo. Fra boscaglia, fratta, sottobosco e ampi prati dalla frazione di Aga ci si può incamminare per i Sentieri della Pace, i vecchi tracciati della Linea Cadorna. Qui sono ancora visibili tracce del vecchio sistema di fortificazioni e difesa militare del confine svizzero, istituito durante la Prima Guerra Mondiale nel territorio di Bedero Valcuvia, con le sue postazioni militari sul Monte Scerrè.

 

La Via Verde Varesina da fare a piedi 

 

Dal paese passa la Via Verde Varesina (3V) che collega Casalzuigno con Santa Maria del Monte, Vararo e Muceno. Sono 10 le tappe principali e 5 varianti. Da Porto Ceresio a Induno Olona. Da Induno Olona a Santa Maria del Monte. Da Santa Maria del Monte a Casalzuigno. Da Casalzuigno a Vararo. Da Vararo ad Arcumeggia. Da Arcumeggia a Muceno. Da Muceno a Dumenza. Da Dumenza a Curiglia con Monteviasco. Da Curiglia con Monteviasco a Biegno. Da Biegno a Maccagno. Da Maccagno a Luino. Da Monte Sette Termini a Porto Ceresio.

 

Le Cascate di Ferrera 

 

Ferrera è un piccolo paese sempre in provincia di Varese, ed è una meta turistica totalmente immersa nella natura. Gli abitanti sono circa 700. E qui si possono ammirare le cascate oppure per una passeggiata immergersi nei sentieri indicati. 

 

 

Le tre Cascate di Cittiglio

 

Le tre cascate di Cittiglio sono a circa 474 metri d’altezza e si raggiungono da un sentiero che parte dalla parte antica del borgo. Sono formate dal torrente San Giulio calate in ambiente boschivo fatto di salti d’acqua improvvisi.

 

Le Cascate della Froda 

 

Il sentiero che porta alle Cascate della Froda  nasce a Nasca, frazione di Castelveccana, a poche decine di metri dal Lago Maggiore. Le più belle in provincia.

 

La Cascata Valvassera e la Miniera abbandonata in Valganna

 

Per ammirare La cascata di Valvassera bisogna attraversare invece un tratto del letto del fiume. La cascata si trova al confine tra i comuni di Valganna e Induno Olona, vicino alla Miniera abbandonata di circa 5 km di gallerie. Queste gallerie sono testimonianza di un passato fatto di estrazioni e risorse minerarie dall’Ottocento fino al 1965. Nella miniera abbandonata veniva estratto soprattutto piombo. Per oltre un secolo l’economia del varesotto si è basata anche sull’estrazione di minerali dal sottosuolo.

 

La galleria, i suoi cunicoli, i resti, le abitazioni dei minatori, i forni  evocano quella fatica  che molto probabilmente parte ancora prima dell’ Ottocento per arrivare all’epoca romana. le miniere della Valvassera  raggiunsero l’apice del lavoro nell’800, sotto Napoleone.

 

Cunardo fra Orrido e Blu 

 

L’Orrido di Cunardo è  un labirinto di gallerie e grotte scavate dall’acqua dei torrenti. E la grotta più ampia si chiama l’ Antro dei Morti. Cunardo molto probabilmente significa  "luogo regio con fortezza militare”. È un paese di origini antichissime, per alcuni studiosi risale ai celti e ai romani. Da qui, soprattutto dal Monte Penegra, il vulcano spento, si possono ammirare le Prealpi, le vette del Monte Rosa e delle Alpi Svizzere. Qui si lavorava la ceramica e i maestri ceramisti del luogo fra misteri e misture inventarono il bellissimo colore Blu Cunardo. Il Museo della Ceramica all’Aperto, in via Fornaci, testimonia quanto in questo paesino fosse viva e importante la lavorazione della ceramica. Famoso è il  Laboratorio della famiglia Robustelli, delle Ceramiche Ibis. Qui negli negli Anni ’60 hanno creato le loro ceramiche artisti del calibro di Lucio Fontana, Enrico Baj, Renato Guttuso.


Il Mulino Rigamonti

Sono pochi i mulini in zona, qualcuno si può ancora visitare, e tutti hanno origini antichissime, storie e vicissitudini legate all’economia del luogo. Come quello del Ghirla e di Cadrezzate. A Cunardo si può visitare il Molino Rigamonti riconosciuto dalla Regione Lombardia come Negozio di Storica attività. E’ un mulino ad acqua, sfrutta il fiume Morgorabbia. E’ funzionante e può essere visitato. La sua attività inizia del 1787 ed è anche negozio dove si possono acquistare farina integrale, crusca, farina da polenta.

 

Il vecchio Cimitero di Viggiù


Fa venire in mente Still life il vecchio Cimitero di Viggiù, il film del 2013 di Uberto Pasolini,  candidato al David di Donatello e premiato a Venezia. John May, il protagonista, è un funzionario comunale che si dedica alla ricerca dei parenti di persone morte in solitudine. Ne ricostruisce la vita attraverso documenti, atti, fotografie e lo fa con poesia, delicatezza, dedizione. Quando subisce il ridimensionamento del suo ufficio e il conseguente licenziamento, chiede soltanto di sbrigare l’ultima pratica, prima di lasciare il suo lavoro. 

 

Diversamente dal Foscolo, John May è convinto che "all'ombra dei cipressi e dentro l'urna confortata di pianto" il sonno della morte possa essere meno duro. Da questo prologo ha inizio il bellissimo film, crocevia di fatalità, presagi e  destino. 

 

Conduce alla solitudine e al mare famelico della vita il vecchio cimitero di Viggiù, aperto nel 1820 e chiuso nel 1910. Fra sepolcri di ispirazione preraffaellita, statue divorate dal muschio e tappeti di fogliame riposano alcuni tra gli artisti viggiutesi: Luigi Buzzi Leone, Antonio Bottinelli, Luigi Buzzi Giberto, Santino Pellegatta, Giosué Argenti. 

 

Da quando è stato chiuso non si è mai parlato di restauro o mantenimento.  Questi antichi sepolcri avrebbero bisogno di cure. Il luogo conserva un’atmosfera da cimitero inglese e ogni anno viene riaperto il 2 novembre, il giorno dei Morti.  Racconta la storia di famiglie del luogo dell’Ottocento. Collocato nel bel mezzo del paese, sembra evocare John May  preso dalle sue ricerche,  un passato più bello e sereno, anche se mai felice.

 

Museo Enrico Butti e Museo degli Artisti Viggiutesi del Novecento

 

Enrico Butti nasce il 3 Aprile 1847 a Viggiù dove muore il 21 gennaio del 1932. Nacque in una famiglia di marmorini e fu un celebre scultore, artefice, fra le altre cose, della statua di Giuseppe Verdi costruita per volere del compositore e situata in Buonarroti a Milano, dinnanzi alla Casa di Riposo per Musicisti. Fu Professore di Scultura all’Accademia di Brera a Milano, dove aveva studiato, e divenne un’artista di fama internazionale. Il museo organizzato in otto sale espositive, presenta la collezione di gessi dello stesso scultore, bozzetti, dipinti. L’edificio - gipsoteca venne edificato appositamente a tale scopo e la disposizione dei gessi nelle sale fu studiata dallo stesso scultore.

 

Accanto alla Gipsoteca, c’è il Museo degli Artisti Viggiutesi del Novecento che contiene una raccolta di opere di scultori viggiutesi: Giacomo Buzzi Reschini, Nando Conti, Luigi Bottinelli, Vincenzo Cattò, Gottardo Freschetti, Ettore Cedraschi. La casa-studio di Butti, è oggi sede della Biblioteca civica.


 

 

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