Se decidete per questo itinerario, e di iniziare da Biandronno, in provincia di Varese, siete già a 5.300 anni a.C. ma Hic et Nunc, nel più importante e antico insediamento palafitticolo dell’Arco Alpino, l’lsolino Virginia.
Le indagini che lo testimoniano iniziano intorno al 1860, e già da allora, si pensò a uno straordinario insediamento preistorico, fra i più rilevanti fra quelli europei.
Il piccolo sito archeologico si chiama Isolino Virginia, ma nel passato era conosciuto come isola di San Biagio. Nel 1822 fu acquistato dal duca Pompeo Litta, che lo chiamò Camilla. Nel 1865 passò invece al marchese Andrea Ponti che lo chiamò Virginia, come sua moglie.
Dal 1962 è del Comune di Varese. In questo microscopico sito sono stati ritrovati vasi di terracotta, strumenti e cuspidi di freccia selce, lame, quarzo e ossidiana, e asce in pietra verde.
Dal giugno del 2011 l’isolino Virginia fa parte del Patrimonio mondiale dell’UNESCO ed è fra siti palafitticoli preistorici dell'Arco alpino.
L’isolino ospita anche il Civico Museo Preistorico. Nei canneti e sulle rive si possono osservare la folaga, il germano, lo svasso, il tarabusino e la gallinella d’acqua, fra fiori di loto, salici, querce, ontani neri, pungitopo e il raro cipresso calvo delle paludi.
Procedendo per Gavirate incontrerete un luogo benedettino, il Chiostro di Voltorre che risale invece al XII secolo, ha origini medievali, ed era sotto le dipendenze della potentissima Abbazia di Fruttuaria; oggi è di proprietà della Provincia di Varese.
Voltorre era un complesso monastico molto fiorente. La comunità era governata da un priore ed osservava la Regola di San Benedetto.
Anche qui gli strati della storia, dei secoli e del tempo, sedimentano. Voltorre fu prima ecclesia Vulturni, poi Chiesa di San Michele - il cui culto era diffusissimo nel medioevo - di seguito, intorno al XII secolo, fu edificata come chiesa in stile romanico; mentre risale alla fine dell'XI la torre campanaria. Il chiostro si trova dietro la chiesa, che venne ampliata ancora tra il '600 e il ‘700 e dotata di una cappella in stile barocco.
Nella Palude di Brabbia ci sono 160 specie di uccelli protetti, tra cui la rara Moretta tabaccata e il Beccaccino. In alcuni stagioni 9 specie di anatre, la Marzaiola e il Mestolone, il Falco pescatore, il Pettazzurro, la Salciaiola, il Cannareccione, la Cannaiola comune e la Cannaiola verdognola.
Fra i Rallidi c’è l’incredibile e raro Schiribilla e il Porciglione e oltre cento coppie di Aironi, l'Airone rosso, l'Airone cenerino e la Nitticora. Numerosi pannelli didattici permettono di apprezzare la natura della Riserva naturale.
Come numerosi sono gli appuntamenti annuali, gli eventi natura a tema alla scoperta delle piante medicinali, e quelle notturne in cerca di lucciole.
Palude di Brabbia
Via Patrioti, 22
Inarzo, Varese
T 0332 964028
Lega Italiana Protezione Uccelli
Riserva naturale orientata, Riserva naturale regionale
Chiostro di Voltorre
Piazza Chiostro, 23
Gavirate, Varese
T 0332 731402
Isolino Virginia
Biandronno, Varese
