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LA MONGOLFIERA E LA CULTURA VARESINA DEL VOLO

2023-04-14 19:06

MARIANO SCARDINO

Sport,

LA MONGOLFIERA E LA CULTURA VARESINA DEL VOLO

NEL CHIOSTRO DI VOLTORRE LA PRIMA TAPPA DI UNA MOSTRA SUL VOLO

 

 


 

 

Giappone, 1918. La miopia impedisce a un ragazzino, Jiro, di diventare pilota d’aereo. Jiro sognerà il progettista d’aerei Gianni Caproni che gli farà capire quanto sia più importante costruire gli aerei anziché farli volare. Durante il coinvolgimento  del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale Jiro sempre in sogno dirà a Caproni quanto sia dispiaciuto che i suoi arerei siano stati al servizio della guerra. Caproni lo conforta, rispondendogli soltanto che il sogno di Jiro di costruire un aereo bellissimo è stato realizzato. 

 

Sono i due passaggi memorabili della fiabesca trama di Si Alza il Vento film d'animazione del 2013 scritto e diretto da Hayao Miyazaki il più grande regista di animazione nella storia del cinema, paragonato per genio e innovazione all’altrettanto  superbo Walt Disney. Il film fu in concorso alla 70.ma Mostra di Venezia, acclamato  dalla critica mondiale, successo di botteghino, candidato a numerosi premi Oscar e riconoscimenti.

 

Il territorio varesino è intriso di cultura del volo, sicuramente grazie ai tanti contributi della Caproni impresa del settore metalmeccanico, una delle più importanti e storiche aziende aeronautiche italiane. Negli Anni Trenta fu un vero e proprio gruppo industriale che spaziava dalla progettazione e produzione di autovetture ai vagoni tranviari. Chiuse per bancarotta a causa della crisi del dopoguerra. Alla Caproni si deve la produzione del primo biplano, del monoplano, del biplano plurimotore, dei trimotori bombardieri utilizzati dalle aeronautiche alleate italiana, francese, britannica e statunitense durante la guerra. Gianni Caproni si dedicò anche a un progetto visionario, un gigantesco idrovolante per 100 passeggeri su rotte transatlantiche, ma il progetto fallì. La Caproni progettò il primo aereo italiano con costruzione interamente metallica e un biplano bimotore da bombardamento per la Regia Aeronautica. 

 

Il 2023 per il territorio di Varese è l’anno del volo. 

 

Il Ccs, Collettivo Cultura Sport, il Comune di Gavirate e il Circolo Filatelico Canturium inaugurano quest’anno una manifestazione con un percorso diluito in tre step e tre anni. Si parte dal Chiostro di Voltorre con un punto di vista insolito e sorprendente sul Trasporto della Corrispondenza con Mongolfiere nel passato e in determinati periodi storici. In mostra un racconto fatto di intraprendenza, rischi, pericolo e sfide per l’epoca in cui viene sperimentata questa via di comunicazione, in  Francia, durante la guerra franco - prussiana. La manifestazione al Chiostro di Voltorre, a Gavirate in provincia di Varese, è  la prima di un ciclo, Lo Scrigno di San Michele che vuole valorizzare la particolare dedizione del territorio varesino per il volo. Unitamente alla Mostra sulla filatelia si offre al visitatore una selezione della Collezione Jaquard e della Corrispondenza trasportata con Ballons fra il 1870 e il 1871.

 

Anche Angera ha a che vedere con il volo, è riconosciuta come La città delle Mongolfiere. Il 16, 17 e 18 settembre 2022 ha ospitato il Raduno Internazionale delle Mongolfiere in collaborazione con Idrovolo, Sesto Calende e Corto Maggiore. In riva al Lago Maggiore nel bellissimo centro storico della città fra voli in mongolfiera per tutti (voli liberi e vincolati) quelli illuminati a tempo di musica e spettacolari decolli dal Pratone il fine settimana del borgo con la sua Rocca ha visto alzarsi palloni colorati di giorno e di notte, uno spettacolo unico per la gioia di grandi e piccoli.

 

Per chi volesse invece provare l’ebbrezza di un volo in mongolfiera senza attendere alcun raduno l’agenzia Angleria angleriatours.com di Sesto Calende organizza pacchetti di volo in mongolfiera liberi e ancorati con pernottamento in albergo e pranzi a base di prodotti tipici del territorio di Varese. Di voli, ce ne sono anche a ridosso di tante festività invernali e del Natale  (clima permettendo) personalizzati e per anniversari ad esempio, da tre fino a otto persone a bordo della navicella. La mongolfiera vola a circa 500 metri da terra e il volo ancorato dura 10 minuti. Si può fare questa esperienza anche con più areostati contemporaneamente in volo. Il desiderio di Angleria è quello di avere una mongolfiera con l’emblema della provincia di Varese e un Raduno internazionale di mongolfiere a Varese. 

 

Il nome mongolfiera si deve ai fratelli Montgolfier Balarucces-Bains e Jacques-Étienneè ai quali è attribuita l’invenzione dell'aerostato ad aria calda intuito da altri, e detto in loro onore mongolfiera

 

E’ legato ad una data il primo volo del pallone aerostatico (ballon monté) e a una città, Parigi, quando si levò in cielo sorvolandone i tetti  e prese il volo un carico di corrispondenza, lettere, documenti e cartoline postali. Era il 23 settembre del 1870 i ballon montés coprirono la città e per i nemici fu quasi impossibile intercettarli. Altri 66 sarebbero seguiti, di giorno e di notte con diverse centinaia di chili di corrispondenza per un totale di circa 10 mila chili. Per la Francia questo esperimento fu una vittoria.

 

E sono rimaste nell’immaginario comune le tante scene di film storici in cui dal cielo piovono volantini. Durante l’Ottocento ne furono gettati su Milano e Venezia nel corso della nostra Prima Guerra di Indipendenza.

 

La mongolfiera  rinvia poeticamente alla leggerezza e all’aria, quella calda, quella fredda. E oggi fortunatamente colora il cielo per divertire adulti e bambini. Il pallone aerostatico è per destino legato alla carta non solo quella da corrispondenza. Jacques Mongolfier ricevette la sua patente di nobiltà da Luigi XVI per la carta velina. Ad Annonay alla prima accensione pubblica della mongolfiera il 5 giugno 1783  (senza passeggeri) l’involucro di tela dell’aerostato era rivestito di carta velina. Torna la leggerezza della carta. I fratelli Montgolfier appartenevano a una ricca famiglia di Annonay fabbricanti di carta. C’è di mezzo una magica assonanza  fra il volo in salita della mongolfiera diretta dal vento e la carta velina, la più leggera e trasparente delle carte per cui Jacques Montgolfier ebbe l’onorificenza reale.

 

Di che cosa è fatta una mongolfiera ?

 

Una mongolfiera ad aria calda ha essenzialmente tre componenti: involucro, bruciatori e cesta, la cosiddetta navicella. L'involucro di una mongolfiera si compone a sua volta di una struttura a rete portante. I bruciatori scaldano l'aria all'interno dell’involucro, solitamente sono due e  funzionano a gas. La cesta è realizzata in acciaio ma ricoperta a vimini intrecciato corde speciali e cuoio. I cacciatori di panorami dall’alto (senza droni a seguito)  sanno che la mongolfiera non ha un timone e che avanza a seconda delle correnti di vento che incontra, mai a caso, e sanno altresì che non è possibile guidare il mezzo verso una destinazione precisa. 

 

La mongolfiera non ha motori, viaggia in direzione del vento, vola grazie a un pallone colorato. La passeggiata nel cielo come si usa dire inizia da un luogo di partenza, si decolla sapendo da dove, ma non si sa mai dove si atterrerà. Ogni volo è diverso.  Anche se le fasi sono sempre le stesse: preparazione del mezzo, accensione del bruciatore, gonfiaggio del pallone, controllo del cesto di vimini. Regolando la temperatura dell’aria calda si può decidere fin dove salire ma poi si è in balia del vento che decide dove portarti. 

 

Nella fantasia di adulti e bambini, la mongolfiera è il più affascinante tra i mezzi di volo, ha origini  in Cina, dove gli aerostati, anche qui, venivano impiegati per inviare segnalazioni a scopo militare, e sappiamo dell’utilizzo presso popolazioni indigene del Perù. Il primo volo documentato risale invece a metà del XVIII secolo quando un sacerdote portoghese fece volare un pallone gonfio d’aria calda alla corte di Lisbona. Ma per il primo volo con equipaggio bisogna aspettare il 1783 quando appunto i fratelli Montgolfier riuscirono a far alzare in volo, a bordo dell’aerostato, una pecora, un gallo e un’anatra. Ma il primo volo in mongolfiera con equipaggio umano fu effettuato pochi mesi dopo sempre a Parigi. 

 

Nel territorio varesino c’è anche  Volandia volandia.it  il più grande Parco e Museo  in Italia dedicato all´Aeronautica nell´area delle ex Officine Caproni di Vizzola Ticino, lo storico sito industriale delle aziende aeronautiche varesine. Le aree del museo sono 7, Le forme del volo, L’ala fissa, L’ala rotante, Il padiglione spazio, I droni, Gli aeromodelli e L’area bimbi. Si va dai voli dei primi del 900 all’avveniristico spazio. All’aperto e al coperto  lungo un percorso espositivo di oltre 2 km con simulatori di volo, planetario, modellini, biblioteca bar, ristorante. 

 

La sfida fra l’uomo e il cielo con la storia dell’aviazione e delle aziende che hanno reso possibile volare è tutta raccolta qui. Si arriva sino ad esplorare il cosmo in un padiglione attrezzato per una camminata tra pianeti e satelliti a osservare  la volta celeste e istruirsi sul programma Apollo che portò il primo uomo sulla luna.

 

 


 

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