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FOUR WONDERFUL LAKES

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LA PIPA E BREBBIA, UNA STORIA INDISSOLUBILE

2023-05-24 06:42

MARIANO SCARDINO

Culture,

LA PIPA E BREBBIA, UNA STORIA INDISSOLUBILE

AL MUSEO DELLA PIPA PER AMMIRARNE L'ARTE

 

 

 

 

Dov’è il museo della pipa?

Audace, introversa, silenziosa, impertinente, aromatica: è la pipa. Le donne la tenevano nelle borsette, come Jaqueline Kennedy, Greta Garbo, Erika Blanc; la fumavano in pubblico, piccola e sinuosa a boccetta, realizzata in legno, oppure di schiuma, orientale o classica. 

 

La pipa è il vizio - non vizio di un fumatore atipico, la rappresentazione quasi esatta di una curiosa virtù filosofica, a metà strada fra la meditazione e la mania di un metodico. 

 

In mano a scrittori, poeti, dandy, pittori, marinai, ispettori di polizia, indagatori degli incubi, attori, attrici la pipa ha contribuito a tratteggiare un linguaggio corporeo fatto di una seduzione maschile e femminile più complessa, moderna, emancipata, femminista e femminile.

 

Nei reportage esotici di tanti fotografi riconduce alla figura del saggio. Fumata da anziane donne, lontanissime dal furore del freddo mondo moderno, aiuta a volgere gli occhi e il pensiero sulla silente consapevolezza dell’esistenza.

 

Parte da Varese l’affascinante e avvincente storia della pipa e inizia a metà Ottocento. Il design e la commercializzazione di questo onirico oggetto è inscindibile dal Bosco Grande di Brebbia, da quell’estrema umidità che crea il microclima giusto per la stagionatura naturale della radica; e da Molina di Barasso; originariamente da un gruppo di famiglie come i Piotti,quella del milanese Ferdinando Rossi, ma  di seguito sarà legata ad Achille Savinelli e  soprattutto alla famiglia Buzzi, ad Enea.

 

Dopo anni di sperimentazione, accorgimenti per i dettagli, rigorose messe a punto e miglioramenti, nel 1953, Enea Buzzi inizia a marchiare le sue pipe MPB (Manifattura Pipe Brebbia) e dopo aver cercato per il mondo, raccolto e classificato circa 6.000 pipe, nel 1979 crea  il Museo della Pipa Brebbia con sede in Via Piave 21, appunto in provincia di Varese. 

 

La storia della pipa coincide con quella dell’azienda Buzzi. Nel suo museo Enea conserva non solo pipe ma anche pubblicazioni sulle pipe effettuate ovunque nel mondo, nonchè uno studio accurato sul design organizzato per periodi storici. Pipe austriache di schiuma di mare, di gesso, di terracotta, principalmente italiane, ma anche quelle francesi e olandesi. 

 

Pipe calumet degli indiani d’America e pipe austro-ungariche, pipe in porcellana, i primi modelli francesi, quelli britannici, in radica, quelle strambe a forma di sigaro con fornello interno per i motociclisti, quelle che si possono fumare sotto la pioggia, quelle da tenere in mano in estate, quelle con bocchini telescopici da fumare al fresco, quelle ad acqua, pipe scolpite con cappello che riproducono personaggi famosi.

 

Antesignano dello slow concept  Buzzi nel 1968 si inventa la Gara del Fumo Lento un’idea che si diffuse velocemente in tante nazioni. Al concorrente veniva consegnato il tabacco, si doveva caricare la pipa e al via tutti accenderla per fumare con calma e concentrazione. Vinceva chi restava “acceso” un attimo in più degli altri.

 

 

Come si fuma la pipa ? 

 

Sono tanti i manualetti  per chi vuole iniziare a fumare la pipa, ma alcuni suggerimenti di base sono i seguenti: per iniziare, scegliere un modello semplice di pipa, come la classica pipa dritta e un tabacco di qualità, né troppo forte, né troppo aromatizzata. Acquistate gli attrezzi, il classico scovolino, il pigino,o curapipe, il secondo serve a premere il tabacco, il terzo per svuotare la pipa. Riempite col pigino fino al bordo e accendetela con un fiammifero di tipo svedese. Fumate, e non dimenticate di fare pulizia alla fine, ma mai quando la pipa è ancora calda.

 

 

 

 

 

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